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Città e Territorio

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Sestu è un centro della Provincia di Cagliari da cui dista dieci chilometri. La sua superficie territoriale complessiva è di 4.832 ettari di cui 3.404 coltivati (censimento agr. 2000).

Il territorio di Sestu, inserito nella pianura del Campidano, è caratterizzato da ondulazioni e poggi, che raramente hanno quote superiori ai 100 metri sul livello del mare. In questi rialzi, composti in gran parte da marne, sono riconoscibili i depositi fluviali del quaternario sulla fossa tettonica del Campidano. Si notano, inoltre, sparse zone del miocene di facies sabbioso-conglomerate.

Il territorio di Sestu è quasi privo di corsi d’acqua e i pochissimi rivoli che lo attraversano hanno una portata d’acqua limitatissima anche d’inverno, a meno che non si registrino piovosità consistenti e persistenti. Il più importante di questi rivoli è il Rio Cannas, che rimane asciutto per la maggior parte dell’anno, ma che con le piogge invernali, a secondo dell’annata, si ingrossa acquistando anche impetuosità e pericolosità. Citiamo, inoltre, Sa Cora, a nord dell’abitato, che confluisce nel Cannas ed il Rio San Gemiliano, prossimo alla chiesa omonima, che segna per un tratto anche i confini territoriali di Sestu.

La configurazione del terreno ha determinato, nel passato, la formazione di zone umide ed acquitrinose, testimoniate oggi dai toponimi quali: Stani Saliu, Stani Sadurru o Seurru, Stani de Cicciu Locci, stani de Santu Giorgi, Pauli sa lua, Pauli mannu, Pauli Onniga o Palionni, Is Pauleddus, Piscina sa murta, Mitza su fenu, Mitza Pudexia ed altri. Quasi tutte queste zone oggi risultano bonificate e sottoposte a coltura. Fa eccezione Stani Saliu, situato nei pressi della strada provinciale per Ussana, bacino endorreico di limitata ampiezza, a regime temporaneo caratterizzato da acque e suoli ricchi di sali, ove si sviluppano associazioni di piante alofite. Ubicato in una zona con caratteristiche climatiche riconducibili al tipo subtropicale semiarido, con nessun mese dell’anno avente temperatura media inferiore a 10° C, Stani Saliu occupa una conca endorreica con una superficie stagnale nel periodo di massima piena, di circa 30.000 mq. Ha la forma di un triangolo isoscele col vertice leggermente piegato verso NW e la base costituita dalla sponda SE orientata SW-NE. Le sue acque hanno una profondità massima di circa un metro. La superficie stagnale, pressochè costante negli anni, è delimitata da ripe alte circa 3 mt sui versanti NE-SW ed una zona pianeggiante, che sfuma gradatamente nei terreni coltivati circostanti. Il sale di questo stagno è stato usato, nel passato, per la concia delle pelli.

Stani Saliu riveste fondamentale importanza per i botanici. Presenta, infatti, sulla riva SE a W-SW una fascia, a volte interrotta, di individui adulti di Tamarix, costituenti oggi, quel che resta di un popolamento di più vaste proporzioni in origine circondante l’area stagnale, continuamente ridotto in funzione dell’estendersi delle colture. Di rimarchevole è che qui si riscontra la presenza del Tamarix passerinoides, che costituisce un nuovo reperto non solo per la flora della Sardegna e dell’Italia, ma anche per la flora europea. Oltre al Tamarix (su tramatzu) si rinvengono a Stani Saliu altre specie vegetali di notevole interesse, che sono state descritte da B. De Martis e M. B. Polo. Il biotopo di Stani Saliu è da considerarsi, nel suo genere, uno dei pochi rimasti nell’area del Mediterraneo e meriterebbe di essere salvaguardato per il patrimonio naturalistico che ancora ospita.

Autore: Franco Secci – storico

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